Piemonte: una regione ancora da scoprire

Sono stata recentemente in giro per il Piemonte, e mi sono resa conto che pur avendoci vissuto per anni e continuato spesso a visitare Langhe, Monferrato, Torino e altro, mi mancano dei pezzi molto interessanti.

Forse è segno dell’età che avanza, ma mi ritrovo a pensare che anche luoghi piccolissimi e fuori da ogni circuito turistico abbiano un loro perché, soprattutto in Italia. Con la loro realtà, senza i soliti romanticismi da cartolina, riescono a raccontare una storia autentica e non quella nostalgica e a volte un po’ fasulla, di un passato idealizzato.
Anche per questo, ogni volta che ho potuto, ho trascinato amici a Costigliole d’Asti, Calosso o Cossano Belbo.

È come per il cibo: vorremmo tutti poter comprare un buon bicchiere di latte di una mucca che pascola in una distesa verde, ma se anche fosse possibile, non saremmo mai disposti a pagarlo quanto costerebbe realmente, anche potendocelo permettere.
Come se non esistesse una via di mezzo: quella del buon senso, per esempio: il Piemonte ha un’enormità di paesi bellissimi, con storia onorabilissima e vini da provare con gusto, quindi sì certo, va bene Alba, ma non esiste solo lei.
Avete mai visitato Saluzzo?
Cercherò di andare per ordine, ma dopo vi racconterò anche di Saluzzo.
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Corbezzoli! La marmellata dei boschi in autunno

Punta Manara
Non sono mai tornata da una passeggiata a mani vuote. Non ricordo esattamente quale dei miei parenti me lo insegnò di più da bambina, ma è probabile che fosse Remo, un vero mito per me, andavamo a trovarlo in Val d’Aosta, sul Col de Joux, dove viveva con Rina (la moglie) e le figlie, Mara e Marina. Un vero scioglilingua Remorinamaramarina, che io pronunciavo tutto attaccato, quando insistevo per raggiungerli in montagna.  Con lui si raccoglievano i mirtilli, i funghi, ma anche erbe spontanee. Ricordo perfettamente una gita nel parco del Gran Paradiso, mi fece assaggiare per la prima volta il latte appena munto: mi scoppiò nella testa un gusto meraviglioso, anche perché io era una bimba urbana, allevata a olio di semi di non so cosa e latte parzialmente scremato a lunga conservazione, di provenienza francese. Come dire, strada facilissima per appassionarmi. Come adesso ero curiosa e sfacciata, quindi lo bersagliavo con mille domande, a cui lui puntualmente rispondeva.  Mi ha regalato la passione per la montagna, per il dislivello e per la raccolta di qualsiasi cosa.
Ecco perché appena arriva l’autunno, parto per i boschi a picco sul mare per raccogliere corbezzoli, piccoli frutti rossi selvatici che hanno un sapore di pera matura al loro interno e il gusto più acidulo e selvatico sui semini esterni. Sono delicatissimi, quindi le possibilità sono due: mangiarli appena raccolti, o metterli in pentola, appena tornati a casa.
La ricetta che vi propongo fa parte di un menu a cinque mani, e tutte quelle mani sono di amiche che, come me, non scollegano mai i sapori dai luoghi, perché l’Italia “turistica” è sempre sinonimo di tradizioni di cucina e ingredienti unici: Sara Milletti – Francesca D’Agnano e Pietro Caroli – Serena Oliva – Teresa Balzano.

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Riso Carnaroli integrale con barbabietola, semi di girasole e germogli di ravanello

Ho riscoperto il riso recentemente. Ho scoperto che l’autentico riso carnaroli è un’altra cosa. Ovvero, se prima mangiavamo il risotto una volta ogni 10 giorni, adesso mi capita almeno 1/2 volte a settimana. Certo non più soltanto funghi porcini o salsiccia e zafferano, come faceva mio marito Marco, ma riso alle verdure, alle nocciole, agli aromi, all’arancia… Insomma ci stiamo sbizzarrendo, e in questo caso ho voluto usare la barbabietola, che mi piace moltissimo per la sua dolcezza, i semi tostati del girasoli e dei semplici germogli di ravanello. Una parte di me vorrebbe diventare vegetariana. Poi mi guardo intorno e mi dico: ok lasciamo che le ragazze abbiano tempo di convincersi, nel frattempo cucino delle verdure…

Ingredienti
400 di Riso autentico carnaroli della Riserva San Massimo
3 barbabietole cotte al forno
200 gr di semi di girasole
50 gr di olio di semi di girasole spremuto a freddo
2 cucchiai di aceto bianco
60 gr di germogli di ravanello
sale q.b.
Preparazione
Cuocere il riso integrale in abbondante acqua salata per 1 ora. Scolare bene il riso e condirlo in una ciotola capiente con l’olio di girasole. In una ciotola più piccola tagliare a cubetti le barbabietole e condirle con l’aceto. In un padellino tostare i semi di girasole ed aggiungerli nella ciotola del riso, insieme ai cubetti di barbabietola. Decorare con i germogli di ravanello e servire tiepido o a temperatura ambiente.