Da bambina amavo il pandoro. Soprattutto perché mi permettevano di spargere la nuvola di zucchero a velo. Svuotavo la busta nel sacchetto e poi shakeravo come una matta. Anno dopo anno mi sono stancata. Il gusto era sempre troppo artificiale e vuoto. Ho scoperto il panettone, con le uvette e i canditi, e il panettone genovese, bassissimo e con le noci. Poi nei miei anni all’estero, mi sono persa le tradizioni natalizie…
Ma tornata a Milano, ho ritrovato gusti e profumi diversi dei panettoni artigianali. Ho colazionato per interi dicembre con il panettone, e la notte, quando le bimbe mi svegliavano per simpatica insonnia neonatesca, riconciliavo il mio sonno con latte e panettone.
Mi piace sentire il sapore dell’uovo e i profumi degli aromi veri di vaniglia, canditi e a volte d’arancia.
Da qualche anno faccio il pane, anche quello dolce a treccia con le uvette, che dalle mie parti nelle Langhe, si chiama Tirà, e anche quei deliziosi pagnottini con le gocce di cioccolato, che a casa mia evaporano in 15 minuti. Ma non ho mai affrontato l’argomento panettone.
Quest’anno mi sono fatta coraggio. Continua a leggere