Me lo ricordo ancora il sorriso di Marco alla vista della colazione che gli avevi offerto in quella domenica che abbiamo deciso di non dormire sul divano scomodo di mia madre e di fermarci in un B&B, la Cascina Matiot, per andare a trovare le bimbe in campagna.
Toma stagionata, robiola fresca, il tartufo nero che avevi trovato tu nel bosco di noccioli, il pane appena comprato al Boglietto. E la pancetta. E il lardo.
Ti ha amato da subito e la volta dopo ti sei seduto con noi a chiacchierare, perché stare in piedi pareva brutto.
È bastato pochissimo per diventare amici con te, Daniela e Indira. E Alice ogni tanto.
Poi vi abbiamo lasciato le nostre figlie d’estate e siete diventati la “mamma buona” e Eugenio grande, ché era arrivato anche quello piccolo, detto però Pinolo, per un disegno di Blanca… Continua a leggere