Sono passati 10 giorni dalla fine di #Promessamantenuta, e le ragazze tengono abbastanza il passo. Certo non perfettamente, ma sono riuscite a fare un po’ più loro delle incombenze domestiche e quotidiane.
Da parte mia, cerco di ritagliarmi sempre quei micro momenti per stare insieme, considerando che io sto fuori tanto per lavoro e non solo: sì certo, esco e viaggio anche per puro piacere e lo faccio senza sentirmi in colpa. Come spesso dico, preferisco che si lamentino della mia assenza, piuttosto che si sentano in dovere di stare in casa per farmi compagnia.
Spesso mi è capitato di fare il confronto con il mio passato, di cui non ho mai fatto segreto con la mia famiglia: a 12 anni ero totalmente coinvolta nelle pulizie domestiche, andavo a fare piccole spese e stagionalmente facevo anche cose come pitturare le ringhiere dei balconi, con tanto di antiruggine +2 mani di smalto, e forse è per questo che la cosa che mi rilassa di più oltre a impastare è verniciare.
Eh no, non erano esercizi del tipo cinematografico come “togli la cera, metti la cera”, se ve lo state chiedendo. Andavo a scuola, ma non facevo il tempo pieno, e i giochi in cortile erano il miraggio pomeridiano, dopo aver assolto tutti i miei doveri. È stato un buon modo per rendermi responsabile e veloce.
A diciassette anni, vivevo da sola e non ho quindi avuto problemi nella gestione della casa. Pagavo anche le bollette, intestate ad un altro, e certamente solo se abbondantemente scadute. Lavoravo, e avevo smesso di studiare. Per fortuna che la curiosità e la lettura, hanno almeno un po’ sopperito a quest’ultima cosa.
Le mie figlie (14 e 19 anni ndr) riordinano poco la loro stanza, sono finalmente un po’ più attente nel distribuire tutto ciò che usano in ogni dove e si occupano di svuotare la lavastoviglie, apparecchiare, sparecchiare e dar da mangiare ai gatti. Fanno la spesa quotidiana, organizzandosi con gli impegni scolastici e si smazzano, in primis la maggiorenne, anche di provvedere a recupero documentazione e commissioni di natura più burocratica.
Ovvio che il confronto con il mio passato non regge perché il contesto è diverso, ma credo sia assodato che la nostra generazione di genitori, ha uno strano pudore nel chiedere la collaborazione dei figli nelle attività quotidiane a vantaggio di tutta la famiglia, la prima vera comunità a cui partecipano i bambini. Gli stessi diventeranno grandi e frequenteranno altre comunità come la scuola, le sedi di lavoro e un giorno neanche molto lontano, andranno anche a votare perché saranno cittadini e parte di una comunità ampia detta “Stato”.
Un pudore che mi fa quasi pensare a come se lo considerassimo “lavoro minorile” e gli stessimo chiedendo di andare a scavare in miniera…
Non potremmo rimettere le cose al giusto posto e riconsiderarla semplice educazione, per renderli autonomi e capaci di convivere nella società?
Si comincia da piccoli, anzi da piccolissimi e ha molto a che fare con l’empatia: dovrebbe far scattare il famoso “È bello fare qualcosa per gli altri, a partire da quelli a cui vuoi bene, perché mi piace quando fanno qualcosa per me”
Vabbè, nel frattempo che ci riflettiamo, facciamoci ispirare dai bambini nordici di cui foto sopra…
Io la mia #PromessaMantenuta l’ho portata a termine, con il riempimento a tappo del calendario dell’avvento di #Kindercereali e il resto 😉
E poi si sa, il bastone e la carota funzionano 😉
Blanca e #promessamantenuta inoltrata