Quando mi hanno chiesto di provare Fresco e sperimentare un po’ di ricette domestiche, mi sono sentita molto fortunata, anche perché ormai è diventato l’oggetto del desiderio per molti di noi. Per “noi” intendo quel mondo di persone che cucinano, mangiano con gusto a casa propria e al ristorante, lo raccontano online e offline, e che si entusiasmano per ogni novità del settore. Molti sono foodblogger e giornalisti, foodies, ma non solo, conosco appunto commercialisti (anche se sono anni che cerco di convincerli ad aprire un foodblog) che non vedono l’ora di prepararsi piattini di pesce crudo, potendolo abbattere in casa. E in effetti, forse questa funzione è quella di cui si è sentito più parlare, con il problema dell’anisakis.
Poi per chi si dedica alla pasticceria, o cucina considerevoli volumi in poco tempo, (vedi le amiche dei catering e chef a domicilio) riconosce il grande vantaggio di abbassare rapidamente la temperatura di una crema o surgelare in modo corretto e altrettanto rapidamente gli alimenti, senza che questi si modifichino. Per i più pragmatici, mi rendo conto che scongelare una bistecca nel microonde, è ancora una spiacevole esperienza, evitabilissima con questo nuovo strumento.
Vi racconto questo perché mi sono resa conto, che questo è un oggetto totalmente innovativo per le nostre case, che può cambiare in meglio abitudini e performance nel nostro quotidiano in cucina. Compresa quella apparentemente banale, di servire in dieci minuti alla perfetta temperatura il vino che un ospite ti ha appena portato.
Ma torniamo alle mie sperimentazioni: io ovviamente mi sono dedicata alla funzione della lievitazione, e quello di cui mi sono resa conto in poco tempo è che dovevo cambiare approccio. Ovvero: nel passato ho sempre preparato il pane basandomi su quantità e ricetta da realizzare, poi valutavo tempi e le temperature, potendo solo scegliere tra quella calda delle case milanesi o i 4°/5° del frigorifero per rallentare la lievitazione e fare maturare gli impasti. Insomma più o meno subivo, e gestivo con schemi abbastanza rigidi. E ho invidiato anch’io gli abbattitori dei laboratori professionali da cui uscivano pizze e pani di molti miei idoli della panificazione.
Con Fresco dopo poche prove, mi sono detta che dovevo ragionare in modo diverso e sfruttare tutte le possibilità. Le temperature impostabili, vanno dai 10° ai 35°gradi, quindi vuol dire la possibilità di fare una lievitazione lenta oppure veloce, a seconda delle proprie esigenze e con molta più sicurezza. Io di solito faccio tutte e due, convivo con le paste madri, ma le tradisco facilmente con del lievito di birra, se i tempi sono stretti e devo panificare, perché non risulterei credibile se lo comprassi. Inoltre con una temperatura media di 15°, puoi uscire di casa per qualche ora, senza preoccuparti che la tua lievitazione superi il momento ideale per essere messo in forma o infornato.
La ricetta che vi propongo è facile (certo, faccio la splendida, avendo il giusto mezzo)
Filoncino di pane di frumento e semola
Ingredienti:
350 gr di farina biologica 0
150 gr di semola
380 gr di acqua a temperatura ambiente (un’idratazione abbastanza alta, normalmente per avere un impasto che si stacchi dalle mani, deve essere 300 gr)
120 gr di pasta madre rinfrescata e matura
1 cucchiano da the di sale fino
1 cuchiaino da caffè di miele biologico
Preparazione:
In una ciotola capiente o nel robot, sciogliete la pasta madre nell’acqua con il cucchiaino di miele.
aggiungete le farine e soltanto dopo aver mescolato grossolanamente, aggiungete il sale.
Continuate a impastare per qualche minuto nella ciotola, ungendovi leggermente le mani, poiché l’impasto sarà abbastanza umido.
Raccoglietelo a palla e copritelo con la pellicola alimentare.
Mettete nel fresco e lasciate lievitare per 4 ore a temperatura 24°
Quando sarà quasi raddoppiato, potrete metterlo in forma stendendolo delicatamente l’impasto e avvolgendolo su sé stesso, spargete sopra un velo di farina e adagiatelo nella teglia del fresco, copritelo con un telo e chiudetelo delicatamente con della pellicola, considerando di abbondare, per lasciare spazio alla lievitazione dell’impasto. Impostate la lievitazione a 12° per 8 ore. Tirate fuori la teglia e lasciatela tornare a temperatura ambiente per 30 minuti.
Cuocete in forno a 250° per 10 minuti e poi per altri 30 minuti a 200°, avendo l’accortezza d’inserire una ciotola con dell’acqua all’interno del forno che rilascerà l’umidità necessaria per farlo crescere ancora un po’ durante la cottura.
Sfornate e lasciate raffreddare.
La cosa bella è che l’impasto l’ho preparato prima di cena. Poi sono uscita, e quando a mezzanotte sono tornata, l’ho formato lasciato a lievitare la seconda volta mentre dormivo placidamente, e la mattina dopo l’ho cotto e sfornato prima di uscire di casa.
Come dire un’ottimizzazione dei tempi con un risultato migliore…
È fatto benissimo Paola, ma soprattutto l’utilizzo dello stesso strumento per caldo/freddo è più che interessante. Bellissimo!
Bella ricetta ma se non ho la pasta madre come faccio col lievito di birra? Grazie
questa è pensata per la pasta madre, ma puoi usare 3/5 gr di lievito di birra. Non verrà la stessa cosa, ma potrebbe avvicinarsi
stavo pensando di acquistarlo anche io!!
Io questo tipo di pana lo compro ormai da una vita è buonissimo, ora proverò a farlo da me.