Il mio atteggiamento curioso, e quindi privo di preconcetti, mi ha spesso regalato grandi scoperte.
Ho usato forni a gas, forni elettrici, forni a vapore o con inserimento di vapore, forni combinati, forni microonde, ma anche i forni quasi giocattolo che con i punti si prendevano al supermercato, per poi tornare anche al forno a legna, durante le mie vacanze pugliesi.
Usare di nuovo il fuoco mi ha aiutato a capire ciò che poi che non avevo studiato, se non come autodidatta: tecnologia e cucina.
Alla fine ho capito da cosa deriva il mio atteggiamento: sono una terribile testarda, quindi se decido di voler fare una cosa, e spesso si tratta di un pane, una focaccia o una pizza, troverò un modo e cercherò di capire come ottenere il meglio da uno strumento con un approccio totalmente empirico.
Ammetto, e giuro mi batto anche un po’ il petto, non ho mai letto i manuali se non in casi urgenti, ciononostante, la disponibilità di contenuti in rete, mi ha fatto comunque sopravvivere bene.
Quando è arrivato a casa “CucinaBarilla”, stavo partendo per andare non ricordo dove, quindi ho detto alle figlie e ad un’amica ospite di provarlo pure in mia assenza e poi di raccontarmi.
Blanca e l’amica Tiziana, una volta spacchettato l’oggetto che le aveva tanto incuriosite, si sono preparate una pasta con il sugo di verdure, appena dopo aver annunciato loro che “cucinava praticamente da solo”.
Rebecca, la mia ormai ventenne di casa, si è lanciata con un risotto allo zafferano e, quando sono tornata, ho deciso di mettere da parte qualsiasi snobismo da “faccio il pane in casa solo con pasta madre a lunghissima lievitazione” e ho fatto pane e focaccia con risultati decisamente dignitosi anche per una fissata come me.
Poi a una cena in cui avevo invitato troppa gente e con tempo minimo da dedicare ai fornelli, ho fatto anche una torta al cacao.
Da lì ho perso un po’ di vista la cosa, figlie e ospiti di passaggio ci hanno preso gusto e si sono lanciati a provare un po’ di tutto.
In effetti, dire “l’ho fatto io” usando Cucina Barilla è un po’ esagerato per il mio stile in cucina, perché è proprio vero che l’ha fatto il forno e non io.
Se trovi già ingredienti selezionati e pesati, metti in una ciotola e l’acqua nell’apposita vaschetta, e gli fai semplicemente “leggere” la ricetta applicata alla scatola e lui procede con tutte le informazioni acquisite, è il forno che sa quello che fa, non chi cucina. Poi se vuoi, ci puoi aggiungere del tuo, con ingredienti e creatività.
Inutile negarlo, anche per gente come me, che ama cucinare, sperimentare, mangiare, il tempo è sempre ridotto al minimo, quindi vivendo con dei ragazzi a casa, se non vuoi ritrovarti a cucinare dei ravioli tristi dai due minuti di cottura, o a mettere in tavola il solito affettato e un po’ di formaggio e l’insalata lavata in busta, o peggio ancora a riempire il frigo di semi preparati dal gusto un po’ omologato o a ritrovarti ad acconsentire spesso a kebab/patatine/pizze, “CucinaBarilla” può essere un’ottima soluzione.
Per fortuna in Italia si cucina ancora tanto rispetto al resto del mondo, ma dobbiamo ammettere che anche da noi qualcosa è cambiato, in termini di tempo a disposizione per cucinare, e se c’è una maggior offerta di soluzioni, dovremmo esserne contenti e mettere da parte certe diffidenze.
Il passaggio diretto d’informazioni tra la confezione di un gruppo d’ingredienti e lo strumento di cucina non è banale e la considero un’innovazione forte, che può cambiare il nostro comportamento, migliorandolo.
Ottima anche l’idea della confezione pronta della tua ricetta, che non crea sprechi ed è perfettamente conservabile in dispensa. Pochi gli ingredienti freschi da aggiungere, come la mozzarella della pizza o il latte per la torta, mentre il prezzo delle confezioni è assolutamente abbordabile e la spesa si fa online.
Per farvi capire meglio e spero anche un po’ ridere, vi propongo il video di Blanca, la pigra quindicenne di casa, che come molti sanno, preferisce gli schermi alle padelle…