Sono mesi che si parla di famiglia.
Famiglia naturale, famiglia con mamma, papà e figli. Come se questo sia naturale adesso.
Che poi in fondo, come se lo fosse mai stato in passato. Come se lo fosse mai stato in natura.
Come se due persone che si amano non fossero già famiglia. Non importa l’età, non importa il ruolo, non importano geni e sangue, importa solo l’amore.
Importa la promessa di una persona a un’altra di esserle vicino, di proteggerla, e di renderla autonoma e libera.
I bambini non hanno bisogno di ruoli, hanno bisogno di amore e di esempio.
Ieri su un quotidiano, leggevo di come sia cambiata la figura paterna, più affettuosa e meno autorevole, più portata all’accudimento. Parallelamente penso alle madri che oggi in tutto il mondo, lavorano e mantengono la famiglia, in presenza o assenza del padre, poi magari accusate di assenza in ambito domestico e familiare. Ma queste non dovevano, appunto, essere le conquiste sociali dello scorso secolo?
Almeno un secolo a discutere di ruoli, giusti, sbagliati e idealizzati, non si capisce bene a che pro. Anzi un po’ lo capiamo, una struttura sociale organizzata con un modello preciso, potrebbe sembrare più facile da gestire, ma poi sappiamo, che fa acqua da tutte le parti.
In una famiglia “ideale” ognuno porta quello che ha, e si sforza di portare tutto il resto se crede che questo possa servire per rendere migliori gli altri.
Certo che è più bello essere in tanti in una famiglia, fosse per me, vivrei in un enorme villaggio, dove le persone contribuiscono al benessere altrui. Ma forse casa mia è un po’ così e voglio che lo rimanga. E i ruoli non sono mai statici.
Mio padre non ha avuto un buon padre, e lui non è riuscito a esserlo per me. Ma ho avuto la fortuna d’incontrare persone che si sono spese per la mia educazione alla vita, e che mi hanno insegnato che non è una questione di genere né di ruoli. Ho avuto la fortuna di fare due figlie con uno splendido padre, che ha goduto dell’essere anche meravigliosamente materno, e mi ha lasciato essere paterna quando serviva a me, a loro, e perché no, anche a lui.
Empatia e volontà di sostenere in un cammino, questo serve davvero per poter infondere la fiducia in sé stessi a chi cresce.
Oggi si parlerà di questo a Famiglia punto Zero. Interverrà mia figlia Blanca Zamperini – adolescente- per parlare di “Genitori analogici con figli digitali: problemi e prospettive”
Se volete approfondire il tema genitorialità dal mio punto di vista, qui uno spunto: MomCamp 2011