Grazie al progetto di Expo worldrecipes, sto incontrando persone particolarmente interessanti, che mi ricordano puntualmente che devo imparare a spostare il mio pigro e occidentale punto di vista.
Dopo diverse ricerche, non avevamo trovato fonti e possibili contributor per l’Uzbekistan, quindi ho iniziato a provare delle strade alternative, per trovare ricette da riportare su Expo worldrecipes. A quanto pare laggiù non è ancora arrivata la moda del foodblogging, come forse potete immaginare…
Prima di tutto mi sono ricordata di un bellissimo viaggio che i miei amici Carlo e Lizzy di Barca Pulita avevano fatto sulla “Via della Seta”, riportando documentari che mi hanno decisamente impressionato. Tramite i loro video mi concentro nella ricerca in rete della ricetta del “kurt”, palline di formaggio, ottenute lasciando a fermentare al caldo dello yogurt, recita il documentario dei miei amici.
Dopo un po’ capisco che non è impresa facile e così a caso, decido di cercare anche tra i ristoranti milanesi. Solo così scopro che a Milano esiste un bar e ristorante di cucina uzbeka, il Liberty 38, che a quel punto chiamo immediatamente:
– Salve, avrei bisogno di un’informazione sulla cucina uzbeka, voi cucinate uzbeko, vero?
– Sì, certo, ma non solo, facciamo una cucina russa, caucasica, asiatica, desidera prenotare?
– No no, grazie, cioè magari un giorno vengo anche volentieri a provare, ma adesso avrei solo bisogno di chiederle se potrebbe darmi la ricetta del “Kurt” quelle piccole palline di formaggio…”
-…. Non ho capito. Cosa intende per la ricetta del Kurt? Il kurt non si fa in casa, è come la ricotta salata che c’è qui in Italia. Ma se vuole passare glielo faccio vedere, mia figlia è appena tornata dall’uzbekistan e me ne ha portato qualche confezione…
A quel punto realizzo che lei è una grandissima, e che io sono ancora ferma al mio palo della mia beata e ingenua ignoranza.
– Ah ok, magari potrei ordinarvi dei piatti uzbeki e portarli a casa per fotografarli? Sa, una porzione di ognuno, per il ricettario di Expo…
– No, non si può fare solo una porzione, nella cucina uzbeka non si può.
Ah ok, allora passo e vediamo (e tra me penso che ho già detto troppe scemate, senza sapere, meglio andare mi dico sottovoce).
Qualche giorno dopo mi presento alle ore 15 in via Carlo Farini 38, a sorpresa. La saracinesca è mezza giù, ma con la mia famosa faccia tosta entro e mi presento.
– Sono Paola, ci siamo sentite al telefono per le ricette uzbeke, si ricorda il kurt?
– Ah sì certo, vieni siediti che ti spiego…
Passa una buona ora nel cercar di capire come recuperare le foto delle sue ricette, di cui mi spiega usanze e tradizioni, inserendo ogni tanto la Russia e la Corea.
Sono curiosa, troppo curiosa, per farmi sfuggire il racconto di una storia familiare così. Irina, così si chiama la disponibilissima proprietaria del Liberty 38, mi racconta che suo papà era coreano, ultimo di cinque figli, nato in Russia, dopo la fuga della nonna paterna durante i fatti storici della Corea del nord.
Successivamente tutta la famiglia fu mandata (come molti asiatici) in Uzbekistan, ma destino vuole che lì suo padre incontri la futura madre, russa e ottima studente (in Russia mi racconta Irina, durante la repressione di Stalin, i migliori studenti potevano andare dove volevano, gli altri no). In seguito, quattordici anni fa, Irina approda in Italia con le due figlie per questioni di lavoro e si sposa con un italiano, mentre adesso Oksana, una delle sue figlie è sposata con un ragazzo metà giapponese e metà italiano, lo stesso che mentre parliamo sta cercando di far far merenda al proprio figlio e che parla, come tutti loro, un perfetto italiano.
A questo punto, mi sento coinvolta in una storia europea e milanese al tempo stesso e decido che il prossimo brunch devo farlo qui con loro 🙂
Ho imparata che la cucina uzbeka è condivisione e che nelle tradizioni più lontane era anche cucina all’aperto, che è pasta fresca, ma è anche la giusta dose delle spezie, e che è soprattutto apertura mentale e d’animo.
Le ricette (una, a cui poi aggiungerò le altre) le trovate su Expo worldrecipes
Grazie Irina.
n.b.
A proposito di Expo, vi devo raccontare un piccolo aneddoto: l’altro giorno stavo per prendere la navetta per raggiungere un padiglione in fondo al decumano, e vedo 2/3 ragazzini sui dodici, tredici anni, con rispettivi genitori alla fermata. Ad un certo punto uno di loro comincia a sbracciarsi e a urlare: “Salaaa, Salaaa complimenti!!” M’incuriosisco e mi giro. vedo Giuseppe Sala che in effetti sta partendo con la macchina, e che contemporaneamente lo ringrazia con sorriso e saluto. Poi la mamma chiede al ragazzino, come abbia fatto a riconoscerlo. La risposta del ragazzino è fantastica: “Mamma dai! È su Instagram, certo che l’ho riconosciuto!”
Ah ok, penso tra me. Giusto, Beppe Sala è su Instagram 🙂
Conosco Irina da quando ha rilevato il Liberty38, essendo sua “dirimpettaia” di lavoro. I suoi pranzi sono ottimi grazie ad Oxana e devi assolutamente provare le sue torte che la mattina non possono non farti partire col piede giusto! Mi fa molto piacere leggere, e così bene, di lei e di tutta la loro variopinta e simpatica famiglia!
Non posso non continuare a leggerti viste le numerose coincidenze 😉
A presto!