Da un anno e qualcosa di più, attraverso ogni mattina buona parte della città, da piazza Lima fino in zona San’Ambrogio, e osservo la città. L’ho vista cambiare, ho visto il fermento, ho visto i lavori, ho visto le interruzioni, ho visto la pazienza di alcune persone e mi è capitato di ascoltare e leggere la stanchezza di altre.
Milano è cambiata anche sotto il mio sguardo di cittadina in bici, è cambiata in meglio, e nessuno mi convincerà del contrario. È la Milano dei passanti che si sforzano di dare informazioni in inglese, è la Milano dello sguardo in sù dei tanti stranieri che negli ultimi mesi ho incontrato sempre più.
Lo scorso Salone del Mobile, è stata una breve anteprima, di quello che potrà essere, e vedere tanta gente in giro per le strade la sera, mi ha rallegrato.
Da ieri, ho quella strana sensazione, del “momento prima” quel vuoto senza tempo, che mi coglie prima di ogni avvenimento importante. Dai parti cesarei, al primo giorno di scuola, al mettere una fede al dito, al primo giorno di lavoro e potrei continuare per molte pagine, perché sapete che sono un’emotiva logorroica.
Non riesco a comprendere i volumi di ciò che ci aspetta da domani, come credo la maggior parte dei cittadini. Rimango zitta e provo ad ascoltare (certo, per modo di dire 😉 )
Intanto scambio il profumo dell’acacia, con quello del tiglio e mi rendo conto di quanto dovrei imparare per ricollegarmi al pianeta.
Intanto mi ricordo, grazie ai contributors di Expo Worldrecipes che in una grande parte del mondo il lavoro è procurarsi del cibo e non timbrare un cartellino o accendere un computer.
Mi commuovo leggendo degli operai di tutte le nazionalità di Expo Milano 2015 che nella notte ultimeranno i lavori del padiglione del Nepal, al posto di coloro che sono tornati dalle loro famiglie. Perché questo in fondo è anche il senso di tutto quanto.
Intanto bevo del vino, leggo un post di Lorenzo e mi dico che i pensieri non possono più essere superficiali e che ogni nostra azione alimentandoci e coltivando ha incredibili conseguenze rispetto a quello che presuntuosamente crediamo.
Intanto mi arrovello chattando al mattino con persone dall’altra parte del mondo su organismi simbiotici che si possono fondere, ma che se trovano diverse condizioni ambientali modificano il loro comportamento.
“8.15
– quindi Peter, se ho capito bene, il fatto, che la pianta abbia + azoto a disposizione, ne fa regredire l’esigenza simbiotica? E la possibile “fusione”?
8.16
– E riescono a farlo perché circa 58 milioni di anni fa il genoma di queste piante si è duplicato permettendo ad alcuni geni duplicati di assumere la funzione di controllo della produzione di particolari noduli radicali che ospitano i batteri simbionti che fissano l’azoto al terreno.
UH, figo.”
Beh, quello che so davvero, è che da domani avremo la meravigliosa opportunità di saperne molto di più, e durerà sei mesi.
Buon Expo 2015 a tutti!
Si tratta esattamente di questo, e altro, ma insomma è così. Da expo-ottimista entusiasta, sto sorridendo dall’apertura della Darsena: la gente, dappertutto, che rendeva luminosa una giornata grigiastra, l’idea che da domani tutto potrebbe essere, sarà così. Che il cibo è ricette, Worldrecipes, e gente che le cucina e le scrive e ce le manda; è chef stellati, ma anche aiutocuochi che spadellano con loro, e ragazzi che sorridono mentre preparano un piatto o squamano un pesce; è prodotti da tutto il mondo, e gente che li produce; è la consapevolezza, e la conoscenza: è l’amore per tutto questo.
vero Emanuele 🙂