“Che peccato che quando ci sarà Expo, non potremo più venire in Duomo…” mi dice la piccola con aria delusa mentre in bici attraversiamo la piazza “Come?!” dico io sconvolta soprattutto per quell’atteggiamento abbattuto e deluso che non vorresti sentire mai in un bambino, e men che meno dal tuo.
Lei invece non capisce il mio scoppio di rabbia e di stupore, continua a sostenere, che le hanno detto che ci sarà troppa gente, che i milanesi non potranno vivere Milano, e che insomma questa cosa le sembra plausibile, visto che io stessa le dico che ci sarà il mondo durante Expo 2015.
Mi fa male, è come se avessero tolto il pasticcino da sotto il naso a mia figlia e che lei, non solo non reagisca, ma sia anche lì a spiegarmi che hanno ragione loro…
Eh no. Voi i sogni a mia figlia non li dovete rubare. Capisco che siate spaventati, capisco che non vi sentiate ancora coinvolti, capisco che leggete i giornali e che certe notizie facciano male e siano un’ottima scusa per il più bonario dei disfattismi, ma no, i sogni e le opportunità di mia figlia non li dovete rubare.
Ho ricordato a mia figlia quanto sia bello viaggiare, quanto sia bello ospitare amici di ogni paese a casa . Le ho ricordato quanto abbiamo riso con le ragazze inglesi e tedesche mentre facevamo le tagliatelle insieme.
È vero, ridevamo anche perché il mio inglese fa schifo, ma soprattutto perché stavamo imparando a conoscerci, e dalla conoscenza non può mai venire qualcosa di brutto.
Expo2015 è l’occasione per imparare l’inglese, per confrontarci e scoprire le difficoltà di ogni popolo e magari accorgerci che la soluzione che stiamo cercando, la porteranno in tasca loro.
Ieri al Salone del Gusto, con Carlo Petrini e Roberto Burdese che spiegavano la presenza di Slow Food a Expo2015 mi sono ricordata che se oggi la penso come la penso è anche grazie a loro.
Ma non sarebbero bastati i libri e le parole, per farmi crescere. È stato fondamentale il Salone del Gusto, che da sempre mi ha attirato come un orso sul miele. Per imparare dovevo assaggiare, vedere e toccare le persone, e alla fine ascoltarle. Per poi ragionarci su.
Perché le persone che fanno cose così “Buone” non possono essere cattive e possono insegnarmi tanto.
Ecco perché voglio che le mie ragazze ritrovino tutto l’ottimismo verso un evento che potrebbero vedere anche solo una volta nella vita, e che potrebbe cambiar loro la vita. Anche solo perché vedranno tutto il “Diverso” che c’è.
Lavorando su Expo WorldRecipes negli ultimi mesi mi sono entusiasmata e ho ritrovato la giusta eccitazione di una bambina davanti al suo pasticcino.
Ve lo racconterò meglio questo progetto che è online praticamente da ieri. Meraviglioso e costruito da una squadra incredibile, che ha colto il senso vero di un Expo 2015: Conversazione Universale attraverso il cibo, energia del pianeta.
Vado al Salone, ciao.
E sì, vi porto qualcosa di buono.
Tranquillizza tua figlia… Io ancora mi ricordo le folle oceaniche che dovevano venire a Roma per il Giubileo del 2000… Roma invasa dai pellegrini… Roma assediata… Statistiche su statistiche che “dimostravano” senza ombra di dubbio che sarebbe successo il finimondo e quindi bisognava attrezzarsi, costruire, pianificare, programmare…
Io a Roma, nel 2000, quasi non me ne sono accorto che c’era il Giubileo. Giusto a Ferragosto c’è stato un po’ di casino per la giornata mondiale delle gioventù 😉
Mamme come tegià provano e proveranno a tua figlia e a un sacco di altri bimbi il contrario dei timori messi loro in testa dai soliti disfattisti! 🙂
Grazie! Anch’io, come tua figlia, avevo bisogno di ritrovare un po’ il sogno…
Tu ringrazi Carlo Petrini e Roberto Burdese. Io te! 🙂
Belle avere prospettive diverse! E questa lo è. E l’Expo ne ha tante di prospettive da darci!
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Salve! Mi piace questo atteggiamento della madre che non vuole che una figlia accetti quello che gli altri dicono,e che le toglie una gioia, perché lo dicono con l’aria della ragionevolezza.E’ un buon atteggiamento per il futuro, per quando come donna ne sentirà tante osservazioni,dimostrabili o non dimostrabili, consigli e ordini che non vuole,che non le piacciono, e lei deve potere decidere senza conflitti interiori di non acconsentire.
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