Quando ero piccola, la mia maestra ci diceva che eravamo fortunati, perché nell’epoca moderna in cui stavamo vivendo, non si obbligavano più i bambini a usare la mano destra. Ci raccontava che la parte destra del cervello, che comandava per uno strano gioco d’incroci anatomici la mano sinistra, era la più creativa e che era bene lasciare in quei casi particolari la libera scelta, per non costringere e per ottenere in molti casi risultati migliori.
Quello che succedeva a noi ragazzini era che invidiavamo un po’ questi mancini dal fascino creativo e un po’ rivoluzionario.
Poi durante un corso di tiro con l’arco ho scoperto, di essere mancina anch’io. Ho scoperto che se tiravo da mancina riuscivo finalmente ad avere risultati apprezzabili e soprattutto a far smettere di ridere gli amici presenti e sempre pronti a sfottere. E non lo nego, mi sono sentita più figa.
Quando Flavia Giordano e Lorenza Dadduzio mi hanno parlato di cucinaMancina durante Next a Milano (che tra l’altro hanno vinto come migliore food startup e un po’ è anche colpa mia e di Sonia Peronaci che eravamo in giuria) ho scoperto che parlavano di mancinità in ambito food come piace a me, e ho gioito. Sì è vero, si dice mancinismo, ma solo quando s’indica una malattia, mentre la mancinità è stata coniata da Flavia e Lorenza come termine totalmente positivo e indice di sana creatività.
Vegetariani, vegani, allergici, intolleranti, e poi tutte quelle persone che hanno una maggiore consapevolezza di ciò di cui scelgono di nutrirsi. Meno sodio, meno zucchero, con frutta, crudo o senza uova. Non importa, siamo tutti un po’ mancini e se non lo siamo, forse dovremmo diventarlo…
Questi sono i due libri che non dovete lasciarvi sfuggire e che abbiamo presentato il 12 luglio a Polignano a Mare (BA) al Festival Il Libro Possibile:
“Eat Different, ricette creative per chi mangia diversamente” edito da Gribaudo
e poi (strepitosamente bello anche graficamente)
“La Puglia che mangia differente, ricettario di cucina inclusiva” edito da Unioncamere Puglia
Mi piace l’idea che finalmente queste ricette si ricolleghino così fortemente ad un territorio ed ai suoi ingredienti.
Mi piace che dietro questi libri ci siano la manualità e creatività degli chef, dei mancini pugliesi, e dei produttori che hanno colto un’occasione per ascoltare e rispondere, partecipando attivamente ad un progetto. Mi piace che questo venga comunicato e che venga percepito anche da chi visita la Puglia e che vuole viverla pienamente anche nella sua mancinità.
Sono libri fatti a mano, immaginati, discussi, e fotografati da Lorenza, Flavia e tutta la comunità di cucina mancina: un vero esempio di scrittura partecipata. Buona lettura e buon appetito. Non perdetevi le cipolle 😉
p.s. Che poi si può vivere benissimo anche solo da mancini, come dice mia figlia Rebecca, mancina per forza e non solo per scelta.
Il manifesto mancino
Crediti:
Cipolla glassata al vino primitivo: ricetta di Nicola Scarpelli e Nicla Longo di “Le Rune” e illustrazione di Giuseppe Incampo.
Gnocchetti di patate con pesto pugliese: ricetta di Manuela Boccone.
Scarcella di fruttini: ricetta di Nikolaus Lazzaro, Simone Lobascio, Alberto Di Bari e Vittorio Di Stasi, illustrazione di Patrizia Mastrapasqua (Mastereaster)
Food styling e foodography: Lorenza Dadduzio
Coordinamento editoriale: Flavia Giordano
Ciao Paola è stato un grande piacere averti conosciuta in occasione de Il Libro Possibile: hai reso dinamica e coinvolgente la presentazione del libro e sei riuscita a far parlare con spontaneità in pubblico e al microfono anche me (impresa non facile). Ti ringrazio per aver scelto di inserire nel tuo articolo la foto di una delle mie ricette. Un forte abbraccio e spero di rivederti presto.
piacere grande anche mio Manuela, ci vediamo presto in Puglia 🙂
Ciao Paola. Molto bello il tuo blog. Giuseppe (ci siamo conosciuti a Polignano grazie agli amici comuni di Amula)