Un pomodoro italiano

Vuoi adottare un campo di pomodori?
Mi ha detto proprio così Valentina per Mutti.

Vero che viviamo nell’epoca dell’adotta qualsiasi cosa, ma ammetto che questa modalità mi piace molto e che già anni fa avevo indagato e pubblicato tutto quello che avevo trovato di adottabile su donnamoderna.com .

Adotta un campo - Paola Sucato

Adotta un campo – Paola Sucato

Adottare vuol dire conoscere, vuol dire prendersi una responsabilità e diventare un consumatore più consapevole.
Se diventiamo consapevoli, vuol dire che ci costringiamo ad affrontare temi importanti come la salute e l’ambiente, e questi, si sa, sono profondamente legati tra loro.

Per tutta l’estate mi sono arrivate le notizie di come andava il mio campo di pomodori,  di come cresceva, se pioveva, e se il sole e il caldo erano troppo o pochi. Poi la raccolta, la selezione e tanto altro ancora.

Mutti ha creato una rete di coltivatori e con loro ha stabilito una relazione vera, fatta per la buona parte di ricerca di qualità. Ho guardato le interviste ai produttori, ho letto bene il sito, e scoperto il concorso del pomodorino d’oro…

Questa storia, ha risollevato un argomento che mi stava a cuore: il pomodoro italiano. Ho cercato di capire le contraddizioni di questa nostra società di consumatori ancora troppo poco consapevoli.

Perché si è disposti a pagare 7 euro al chilo i pomodori freschi a dicembre ma non si è  disposti a spendere 20 centesimi in più, per un pomodoro conservato di qualità?

Perché in Puglia, una delle terre dove il pomodoro è sempre stato il protagonista, si producono i pomodori con le colture idroponiche?  E non è che io non sia totalmente d’accordo, per quei luoghi che non hanno né terra né sole, o spazio, ma nel caso della Puglia, sento che qualcosa stride…

Perché abbiamo selezionato i semi dei pomodori con la pelle più resistente per non farla attaccare dai parassiti, o ancor meglio per resistere sui banchi frigo dei supermercati per due settimane e non abbiamo più pensato al sapore ed al valore nutritivo?

Io invece amo la diversità.

Non posso rispondere a tutto, ma posso continuare ad informarmi, (questa è la bellezza del web), e certo le mie scelte da consumatore cambieranno man mano che aumenta la mia consapevolezza e la mia educazione alimentare (non basta mai).
Quindi mangio prodotti di stagione, e quando non resisto, preferisco usare un prodotto surgelato o conservato, ma di qualità. Magari di un’azienda  come Mutti, che mi racconta, di sé, a cui interessa il mio parere, e che m’invita a sperimentare nuovi percorsi e nuove ricette.
La  passata  Mutti la consumo ormai da anni, ma i datterini e il triplo concentrato di pomodoro sono stati una bella scoperta degli ultimi tempi, anche di mio marito Marco che tornando a casa dal supermercato, ha esclamato incuriosito: “Non esiste solo il doppio concentrato!”

Qualche giorno fa ho cucinato l’ultima pasta con il pomodoro fresco. Per la prossima saprò aspettare aprile.
Mi aspettano tante altre ricette…

 

 

 

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