Venerdì sono stata alla presentazione della nuova e tanto attesa rivista di Condé Nast. Ero curiosa anch’io: di questi tempi, lanciare una nuova rivista è decisamente una sfida, ma come ha detto Carlo Verdelli, presentandoci il progetto, le sfide come queste, sono le azioni necessarie nei momenti di difficoltà, parlando del mondo dell’editoria e non solo. La rivista è rivolta a un profilo di donna interessante, che ha da 35 ai 55 anni. Mi sento coinvolta.
Una donna che lavora, con un buon livello culturale ed economico, che nella maggior parte dei casi è in coppia, che si occupa della famiglia e che trova i momenti da dedicare a sè stessa. Tutto questo discorso mi è piaciuto, ma non mi tornavano i conti, mi ricordava molto il concetto delle mamme acrobate, da cui ho sempre preso le distanze. Della serie, noi donne siamo più brave, riusciamo a fare tutto e gli uomini non ci dicono neanche grazie! Arg!
Poi ho avuto il piacere di ascoltare la giornalista televisiva Ilaria D’Amico che ha ricordato la difficoltà dell’aver ripreso il lavoro pochi giorni dopo la nascita dei suoi figli. Non bisognerebbe rinunciare ai propri diritti, ai bisogni fisici dei primi giorni della maternità, per esempio.
Quando mi chiedono, come fai a fare tutto? Non mi gongolo, anzi mi irrito sempre un po’. Rispondo sempre con quello che ormai è diventato il mio slogan: Faccio tutto quello che sono costretta a fare, e tutto ciò che mi piace tantissimo. Il resto, o non lo faccio, o delego. E sopravvivo bene, credo altrettanto la mia famiglia.
Famiglia a cui ho imparato a chiedere aiuto, e che cerco di responsabilizzare tutti i giorni. A volte con fatica, certo. Io non voglio che le donne siano più brave, ma vorrei che avessero le stesse opportunità. Io non penso che gli uomini non siano capaci di fare quello che facciamo noi a casa o in famiglia. Penso che dobbiamo insegnare loro quello che non hanno mai fatto, e spiegare bene che certi di questi impegni, non sono doveri, ma diritti. Come quello di stare di più con i figli. Bisogna chiedere alla società e ai politici di fare di più. L’Italia è molto indietro, troppo. Che le donne siano brave a gestire le situazioni di crisi, non deve voler dire, che debbano essere sole o uniche protagoniste, ma anche che sappiano lavorare in squadra ed alla pari. Chiedendo e concedendo quella libertà anche agli uomini. La libertà di rimanere un passo indietro, se vogliono. La libertà di rimettersi in gioco se lo vogliono, anche rimanendo a casa a gestire la famiglia.
Myself mi è piaciuto, è semplice e diretto, e cerca una relazione con la lettrice. Esattamente ciò che che le persone (non solo le donne) desiderano di questi tempi.
Le pagine di cucina sono curate e i contenuti interessanti. Non ricette e basta. Sono convinta che piacerebbero anche a molti miei amici uomini. Recuperare lo spazio temporale per cucinare, nutrire e regalare emozioni a chi si vuole bene dovrebbe essere importante per uomini e donne che hanno questa passione. Ben vengano le donne che si metteranno a riparare motori.
In ogni caso io amo la cucina, e venerdì mi sono presa tre buone ore pomeridiane per preparare le tagliatelle fatte in casa con il ragù alla bolognese, per la mia famiglia, per Michy che oggi è tornata in Australia e per Marco Gialdi un uomo, una soluzione.
Vi posto la ricetta dimezzata: A casa mia si cucina sempre per un esercito.
Ingredienti
- Per le tagliatelle (3/4 persone)
- Farina 00 200 gr
- Farina di semola di grano duro 100 gr
- Uova intere medie 2
- Tuorli 3
- cucchiaio olio evo 1
- sale q.b.
- Per il ragù:
- Polpa di maiale macinata 100gr
- Polpa di vitellone 100 gr
- Carota piccola 1
- Costa di sedano 1
- Cipolla piccola 1
- Vino rosso 1 bicchiere
- Brodo di carne 300 ml
- Concentrato doppio di pomodoro 2 cucchiai
- Pomodori pelati 200gr
- Olio
- sale q.b.
Istruzioni
In un bel tegame (meglio se di rame) fate rosolare in qualche cucchiaio d’olio le verdure tritate. Poi aggiungete le carni macinate e continuate a rosolare. Aggiungete 1/2 bicchiere di vino e lasciar sfumare. Poi versate un bicchiere di brodo. Continuate a cuocere, e quando si asciuga, aggiungete il restante vino, un altro bicchiere di brodo e i 2 cucchiai di concentrato di pomodoro. Fate ridurre a fuoco lentissimo e aggiungete pomodori pelati e tritati. Aggiustate con mano leggerissima di sale, pepate e continuate a cuocere. Se si asciuga troppo, ultimate con il brodo. Considerate una cottura totale di almeno 2 ore.
In una ciotola grande, fate la fontana con le farine, aggiungete le uova sbattute un po’ e il cucchiaio d’olio. Impastate bene fino ad ottenere una bella palla liscia. Se si appiccica alle mani, aggiungete una spolverata di farina. Potete fare l’impasto anche con un robot a velocità media. Lasciate riposare l’impasto avvolto nella pellicola per 15/30 minuti. Stendete l’impasto con il mattarello sul piano di lavoro di legno, nel caso non ci sia il legno, spolverate bene di farina, perché non si attacchi. Quando la sfoglia sarà trasparente, (se le dita della mano si vedono sotto l’impasto è ok) lasciatela riposare ed asciugare una trentina di minuti. Avvolgetela su sè stessa e tagliate le tagliatelle della larghezza che preferite. Potete svolgere questa parte della ricetta con la macchina per la pasta, la differenza sarà una minore porosità della sfoglia. Mettete a bollire abbondante acqua salata. Buttate la pasta, e scolatela appena affiora in superficie, ma tenetevi un mestolo d’acqua di cottura da parte. Versate la tagliatella nel condimento e lasciate che s’insaporisca bene. Aggiungete il mestolo d’acqua di cottura se la vedete un po’ asciutta. Buon appetito!
https://www.paolasucato.it/2011/10/24/myself-il-nuovo-femminile/
ciao paola….conosco conde nast…mi sono occupata della digitalizzazione dell’archivio storico delle loro meravigliose foto…bello il tuo articolo…conosco il genere..sono una di quelle che fa, fa fa….finoa morire di stanchezza…e ogni tanto si lamenta e vorrebbe che si tenesse in considerazione quello che fa….ma che anche se si lamenta non potrebbe farne a meno. Comprero MYSELF…mi intriga…..buone le tagliatelle…anche se io non amo tanto la pasta all’uovo…ma adoro il ragu… e quel profumino che avvolge la mia casa quando lo preparo. La trua casa sara sempre piena di ottimi profumi. ciao ciao Monica
Smetti di lamentarti. smetti di fare la trottola. Respira e scegli.
Il vero ragù alla bolognese non si fa cosi, un bolognese userebbe solo il pezzo di cartella per la trita ma sopratutto non userebbe mai il concentrato di pomodoro
grazie del tuo commento, ma se vuoi che sia anche costruttivo, linka alla ricetta che ti sembra giusta. Grazie per avermi letto, e sappi che non è mia intenzione scrivere le autentiche ricette regionali italiane…