Lo conoscevo sai?

Le giornate corrono, ma basta poco per precipitare nelle emozioni.
Un dominio scaduto. Il MIO dominio scaduto, quello che puntualmente rinnovavi tu, Marco.
Ma non leggevo la tua posta da un po’, e non mi sono accorta delle mail d’avviso.
Recupero tutto quello di cui non mi volevo occupare e poi chiamo gli amici e il numero di supporto, per i cambiamenti necessari. Ci sono frasi che ho imparato a dire in fretta, ma per chi è dall’altra parte della mia voce, è sempre uno schiaffo. E quel “Mi dispiace” sembra detto da una persona seduta ad un tavolino con me. Ok, andiamo avanti dai, ti do tutte le password che vuoi, Davide.
Ma signora io lo conoscevo sa? Allora cado, ruzzolo indietro, e cerco di non farmi troppo male, per non far star male anche Davide. Perché ho deciso, che a ogni lacrima devo restituire un sorriso.
Io lo so che ancora non le conosco tutte le persone che diranno a me e le mie figlie: “Sai, io lo conoscevo Marco”, e con il cuore ci racconteranno storie che forse non immaginavi neanche tu Marco. Storie divertenti e positive, che scatenavano solo progetti positivi.
Grazie Davide, grazie Mirko, grazie Gabriella e a tutti gli altri che verranno e che racconteranno. Sono persone che sanno creare relazioni e valore.

Oggi la giuria del FunkyPrize mi ha reso felice assegnando a MarioWay il FunkyGrant di Working Capitalche continua a far vivere il tuo grande desiderio d’innovazione. Tu me ne avevi parlato di MarioWay, e io poi avevo pianto guardando un tango speciale, quando tu non c’eri più.

Grazie a tutti gli amici che lo hanno reso possibile.

Ciao Eugenio


Me lo ricordo ancora il sorriso di Marco alla vista della colazione che gli avevi offerto in quella domenica che abbiamo deciso di non dormire sul divano scomodo di mia madre e di fermarci in un B&B, la Cascina Matiot,  per andare a trovare le bimbe in campagna.

Toma stagionata, robiola fresca, il tartufo nero che avevi trovato tu nel bosco di noccioli, il pane appena comprato al Boglietto. E la pancetta. E il lardo.
Ti ha amato da subito e la volta dopo ti sei seduto con noi a chiacchierare, perché stare in piedi pareva brutto.

È bastato pochissimo per diventare amici con te, Daniela e Indira. E Alice ogni tanto.
Poi vi abbiamo lasciato le nostre figlie d’estate e siete diventati la “mamma buona” e Eugenio grande, ché era arrivato anche quello piccolo, detto però Pinolo, per un disegno di Blanca… Continua a leggere

Per fortuna che c’è la magia in cucina

I bambini hanno un loro mondo, e non sempre ti fanno entrare.
Un mondo fatto anche di fantasia e magia, che noi adulti dovremmo imparare a meritarci.

Io posso essere una mamma simpatica, ma posso diventare anche un mostro quando mi arrabbio. E a volte non basta dire: “Lo faccio per il tuo bene”, bisogna fare un incantesimo per ritrovare la mamma simpatica, e la verità è che sono un normale genitore.
Cerco sempre di ricordarmi che io sono imperfetta, e le mie figlie anche.

E che la perfezione non mi è mai piaciuta… Continua a leggere

La vita è intorno

Sono passati sei mesi esatti
da quando hai smesso di respirare ed io sono stata l’ultima notte con te.
Ma smettere di respirare non vuol dire smettere di vivere.

Da quel giorno avevo lasciato morire le mie paste madri. Volevo vedere cosa sarebbe successo, o forse dovevo prendermela con qualcosa. Le ho lasciate lì cinque mesi, nei loro barattoli, accanto al frigo: guai a chi le toccava… Continua a leggere

Invecchieremo insieme, noi

Invecchierai con me?
Mi hai risposto che noi eravamo già vecchi.
No, vecchi si è a settant’anni, non a cinquanta. Ti ho risposto io.

Ma io non lo so, se ci arrivo a settant’anni.
Lo sai che sono dispettosa, potrei morire prima di te. Lo so, mi hai risposto tu ridendo.

E io ancora una volta, ho pensato che non avrei mai potuto vivere senza di te.
Anche tu lo hai sempre saputo e forse è per questo che ogni volta ti sei salvato e mi hai salvato.

Questa volta no.
Questa volta non ci hai voluto credere, e come quando non capivo o non riuscivo a fare qualcosa, tu mi hai fatto vedere come si fa. Mi dicevi: Non è vero che non sai, non vuoi.

È vero amore mio. Non voglio saperlo come si sta senza di te.

Mi hai dato la famiglia che non ho avuto da piccola. Insieme l’abbiamo fatta diventare una bella famiglia, grande e accogliente.

La stessa famiglia che adesso ti piange e ti ricorda. La tua famiglia non siamo solo noi. La tua famiglia è la rete, come hai insegnato a tutti coloro che ti hanno incontrato.

Io imparerò, te lo prometto. Tu sai chi sono. Addio amore mio, non avere paura.