Ovviamente pioveva, io ero in bici, con l’ombrello e il telefono in mano. Avrei potuto disperarmi, ma no, ho deciso che sarebbe stato meglio prenderla con filosofia.

Soffro di una brutta malattia: la dipendenza da fiere. Andrei a qualsiasi fiera, mi piace l’atmosfera provvisoria, la concentrazione d’espressione degli espositori che devono riuscire a lasciare il segno, comunicando, conoscendo. Le relazioni che nascono, la curiosità soddisfatta, le aspettative per il futuro. Un vero carico di promesse e di speranze.
A Milano è in corso il Salone del Mobile e io fino a qualche anno fa, concentravo la mia attenzione al Satellite dove trovavo tante idee nuove dei più giovani e dove andavo con le mie bimbe, per divertirle e perché sono sempre stata convinta che l’ispirazione sia fondamentale per educare.
E poi il Fuorisalone, che negli anni, da via Tortona e limitrofi ha felicemente popolato tutta Milano con un successo che ogni anno sembra aumentare. Il mio ricordo più tragico è quello di due anni fa: per superare il ponte di Porta Genova ho impiegato la bellezza di sessanta minuti. Avete capito bene, 60 minuti per andare da Via Tortona a Porta Genova, un passetto dopo l’altra in una fila umana super concentrata.
Ma negli ultimi anni Il Salone del Mobile si è avvicinato sempre più al Food, ed io faccio fatica a rinunciare a qualsiasi evento, e mi convinco di avere il dono dell’ubiquità.
Ve ne segnalo alcuni da non perdere! Continua a leggere
26 marzo
L’altra sera un amico mi ha raccontato della sua Pasqua e del fatto che da oggi per otto giorni non consumerà lievitati. Rimanderemo il corso di pane, ma abbiamo fatto un patto: i racconti e le ricette della sua famiglia in cambio di pasta madre, e dei consigli su farine e pane. Una mamma libica e le tradizioni sefardite destano tutta la mia attenzione, ovvio.
Ma oggi, raggiungendo l’evento Per tutti i gusti, organizzato Carlo Vischi al Ristorante il Canneto dello Sheraton Malpensa, con i produttori e gli chef dell’Emilia Romagna, coincidenza vuole, che lo chef Giovanna Guidetti dell’Osteria della Fefa di Finale Emilia, inizi a raccontare della storia di Finale Emilia. Di qualche secolo fa e dell’arrivo degli ebrei sefarditi, scacciati dalla Spagna nel 1550 e che avevan creato una fiorente comunità, ridando slancio al commercio e portando con sé tradizioni e ricette.
Una di queste è quella che ci fa assaggiare durante lo showcooking: “La torta degli ebrei”, una sfoglia leggerissima farcita di parmigiano, di cui ho trovato un vecchio post in rete.
Giovanna Guidetti ha viaggiato e ha cambiato vita, ed è tornata a Finale, ricca delle sue esperienze, e sempre capace di cercare nelle sue origini e riproporle con la giusta innovazione. Come non ricordarmi la presentazione di Massimo Bottura a Identità Golose 2013. Continua a leggere
Quand’ero piccola, ero inappetente (da non credersi a osservarmi oggi) e ho un ricordo di me in altalena e di mia madre che m’insegue per imboccarmi ai giardini o ovunque capitasse. Dai ricordi di mia mamma invece so, che una delle poche cose che mangiavo erano le alici impanate e fritte, anche se, per essere sazia, me ne bastavano giusto tre di numero. Le altre pare che le nascondessi in giro per la cucina, per la disperazione di mia madre che inorridiva ad ogni ritrovamento…
Mia figlia Blanca, che mi somiglia particolarmente, si comporta allo stesso modo: è solo più cocciuta e non sente il bisogno della mia approvazione, quindi è golosa di alici fritte, ma mangia quelle che crede e punto. Potrei fare anche le acrobazie, ma so che non servirebbe a nulla (ho provato anche quello).
Scriverò la ricetta del tortino di alici, ma sappiate che il pangrattato condito, è esattamente come quello delle alici impanate di cui vi ho parlato. Continua a leggere
Hanno proprio ragione gli amministratori della fan page del “Milanese Imbruttito”: Corriamo, diciamo frasi surreali, lavoriamo come se non ci fosse un domani e quando torniamo a casa, ci dedichiamo alla famiglia che ci godiamo sempre troppo poco. Ma proprio non riusciamo ad occuparci adeguatamente della casa e della sua manutenzione. Impossibile nell’economia del nostro quotidiano.
Risultato? Ogni tanto la casa si ribella e decide di far saltare quei fragili equilibri su cui la nostra vita si basa. Un frigorifero che fa saltar la luce, le lampadine che si fulminano insieme, un rubinetto che non si apre e un altro che perde. Mettiamoci dentro un cassetto dell’armadio della figlia adolescente che si rompe, un impegno imprevisto e un’altra figlia che non sta tanto bene e non si capisce cos’abbia.
Ovvio che si perda la calma e tra coniugi si rischi di giocare a chi esce per primo da casa e l’altro deve occuparsi di tutto.. Si perde la calma, ma poi la calma si recupera, e si cerca di risolvere la situazione, pur sapendo che si starà tanto tempo al telefono, che si dovranno rimandare gli impegni lavorativi, che si pagheranno conti senza comprenderli a sconosciuti che non riescono a catturare la nostra fiducia.
Poi un giorno succede che ti chiama un’amica (è successo veramente) e ti spiega di un abbonamento che potrebbe risolvere buona parte dei tuoi problemi, tu ti metti a ridere e vorresti dire: Sì, una bella benedizione, che tanto è quasi Pasqua e ci sta.
Lei non si arrende e ridendo mi racconta, di una tessera annuale Europ Assistance, di una persona, sempre LA STESSA che ti risponde, che ti conosce e risolve i tuoi problemi, mettendoti in contatto, con qualsivoglia idraulico, studio medico, legale o falegname. In settimana e nei festivi, in tempi brevi e firmando una ricevuta.
Non sono cose da poco, no no.
Io ho provato a chiamare per i diversi problemi idraulici, leggete di com’è andata: Europ Assistance: “Una tranquilla giornata idraulica con Ci_polla”
Se volete saperne di più: #PensaEasy