Mio papà faceva sempre il riso con i piselli, mi ha insegnato lui quando ero piccola e non arrivavo ancora a vedere dentro la pentola a bordi alti senza la sedia sotto i piedi.
Erano i sempre, e soliti anni ’70 e il burro era “Il Male”, mentre i piselli erano sempre e solo surgelati. Una bella pentola, una cipolla bionda tagliata sottile, lasciata appassire nell’olio e poco burro. Poi tostare il riso: mi dicevano che doveva diventare un po’ trasparente, poi un bicchiere di vino da far sfumare, poi il brodo di pollo o di verdura (ma anche il dado era ormai entrato nella nostra vita, ahinoi). Mio padre votava per il partito che sosteneva che il riso si dovesse girare continuamente man mano che si aggiungeva il brodo. Per mantecare, diventava finalmente generoso con il burro. Il parmigiano grattugiato, un po’ in pentola e poi nella formaggera. All’estero ho amato molto i risi lunghi, leggeri e separati uno dall’altro con a fianco gli umidi intensi.
Poi ho incontrato un milanese, l’uomo che amo.
E si sa, che un milanese sappia sempre meglio degli altri come si fa un risotto. Quindi lo poteva cucinare solo lui, e solo in tre modi: Il risotto con la salsiccia e lo zafferano, il risotto ai funghi, e il risotto al tartufo. Ho provato un giorno, a chiedere, se potevamo variare le ricette con il riso, ma la risposta è stata: “Perché fare degli altri risotti, se i più buoni sono questi?” Ho resistito per anni, poi ho cominciato a fare i miei risotti, e dopo qualche: Ah! Lo hai fatto tu il risotto? In famiglia se ne sono fatti una ragione, anche se i famosi tre risotti continua a farli Marco. E poi ho conosciuto Dino Massignani e il riso carnaroli dell’azienda che segue con totale dedizione, La Riserva San Massimo (guardate le foto della Riserva). Non buono, buonissimo. Se prima mangiavamo il riso una volta ogni 10/15 giorni, adesso arriviamo anche a 2/3 a settimana. Con la zucca, con il radicchio, con gli spinaci e la scamorza, e poi quando arrivano, le zucchine e il pomodoro…
A proposito di riso, la bella notizia di qualche giorno fa è che presenterò al Milano FOOD&WINE Festival, lo Chef Cesare Battisti del Ristorante Ratanà di Milano: un vero GRANDE del risotto con cui condivido la passione per la cucina del territorio. Il suo risotto con la barbabietola e le chips di topinambur, che fece alla scorsa edizione di Identità Golose, me lo sogno ancora!
Ingredienti
- 500 gr di Riso Superfino Carnaroli Riserva San Massimo
- 2/3 Radicchio rosso
- 1lt+1/2 di brodo di verdure
- 1 grande cipolla rossa
- 1 bicchiere di dolcetto
- olio, burro
Istruzioni
In una pentola di rame (se ce l’avete. Se non ce l’avete, iniziate a pensare di comprarla) far appassire la cipolla rossa, ed il radicchio affettati sottili. Aggiungete il riso e fatelo tostare. Unite il bicchiere di vino rosso e fate sfumare. Aggiungete poco alla volta il brodo e continuate a mescolare, fino alla cottura. Mantecate con il burro e servite.
http://www.paolasucato.it/2012/01/27/il-riso-mi-fa-stare-bene/
Bellissimo questo risotto, ci proverò presto.
Volevo chiederti un consiglio: cena per 12 lunedì sera, probabilmente in piedi (non so se ci stiamo a tavola seduti).
Pensavo a un piatto unico (aperitivo con focaccine etc prima, dolci vari dopo), hai un consiglio? (cucinicchio abbastanza bene, ma vorrei qualcosa che possa preparare con un minimo di anticipo, senza spadellare troppo quando ci sono gli ospiti). Io pensavo a un brasato (tipo boeuf bourguignon)
Grazie
Claudia
per me così sarebbero già troppe proteine animali a tavola. opta per un bel primo di cui ti prepari il condimento in precedenza, o appunto un risotto…
risotto rischioso, ma mi sembra buona idea optare per un primo. grazie, ciao!
Anche per me il riso è un elemento importante della mia alimentazione; lo mangio più volte alla settimana. E in tutti i modi. Ciao.