Da bambina amavo il pandoro. Soprattutto perché mi permettevano di spargere la nuvola di zucchero a velo. Svuotavo la busta nel sacchetto e poi shakeravo come una matta. Anno dopo anno mi sono stancata. Il gusto era sempre troppo artificiale e vuoto. Ho scoperto il panettone, con le uvette e i canditi, e il panettone genovese, bassissimo e con le noci. Poi nei miei anni all’estero, mi sono persa le tradizioni natalizie…
Ma tornata a Milano, ho ritrovato gusti e profumi diversi dei panettoni artigianali. Ho colazionato per interi dicembre con il panettone, e la notte, quando le bimbe mi svegliavano per simpatica insonnia neonatesca, riconciliavo il mio sonno con latte e panettone.
Mi piace sentire il sapore dell’uovo e i profumi degli aromi veri di vaniglia, canditi e a volte d’arancia.
Da qualche anno faccio il pane, anche quello dolce a treccia con le uvette, che dalle mie parti nelle Langhe, si chiama Tirà, e anche quei deliziosi pagnottini con le gocce di cioccolato, che a casa mia evaporano in 15 minuti. Ma non ho mai affrontato l’argomento panettone.
Quest’anno mi sono fatta coraggio. Ho rinfrescato la mia pasta madre e ho seguito la ricetta della Bibbia Gastronomica
Ho fatto più o meno tutto giusto, e ieri sera, dopo aver preparato il brasato, fiduciosa ho fatto l’ultimo impasto, e l’ho messo a riposare all’interno del forno per tutta la notte. (Considerando che quando ho finito erano le tre e mezza e dovevo ancora impacchettare qualcosina).
Poi questa mattina mentre preparavo il pane integrale con le noci, i panini al latte, le tagliatelle fresche e aver tagliato il brasato, ho buttato l’occhio sul panettone e non mi ha convinto molto…
Ma ho imparato che per farsi dell’esperienza, è meglio andare fino in fondo e l’ho cotto, seguendo la ricetta. Ho anche aggiunto in cima la noce di burro dopo 15 minuti di forno per creare l’effetto speciale…
L’ho lasciato raffreddare e devo dire che all’occhio non era affatto male.
Ma non era giusto. Poco cotto all’interno e non abbastanza lievitato.
Bisogna fare degli errori per imparare, questo lo so… ma ai miei ospiti ho offerto anche un bel panettone Loison (che non c’è paragone!) Anzi ho promesso a Dario Loison, che quando finisce l’ambaradan natalizio vado a trovarlo per farmi rivelare tutti i trucchi e per parlare di web e social network.
Anche questo Natale è andato. Regali fatti, bambini soddisfatti, pranzo concluso e forno chiuso (anzi no, ho appena messo in forno la lasagna da portare a mia madre per domani).
Quanto vorrei che il Natale mi piacesse quanto il panettone.
Paola sarà stato buonissimo come tutto quello che prepari, probabilmente per l’eccellenza dovrai tentare una seconda volta (quando riprovi chiamami, ti faccio da assaggiatore ufficiale!!)!!